La mostra di Palazzo Magnani documenta, con oltre 160 immagini, il percorso di uno dei più appassionanti maestri della fotografia moderna. Nato a Syracuse (New York) nel 1948 e cresciuto nel Massachussetts, James Nacthwey è profondamente segnato, nella sua scelta di diventare fotografo, dalle immagini della guerra nel Vietnam e del movimento per i Diritti Civili. Autodidatta, comincia a lavorare nel 1976 come fotografo per i quotidiani nel New Mexico; dal 1980 è a New York dove inizia la sua carriera di fotografo freelance per le riviste. Il suo primo compito all’estero è, nel 1981, in Irlanda, durante lo sciopero della fame di alcuni militanti dell’IRA (Irish Republican Army). Da allora Nachtwey ha dedicato la sua vita e la sua attività a documentare guerre, conflitti sociali, con immagini che sfidano la nostra indifferenza e passività, sia per la loro intrinseca bellezza, che per la loro manifesta attenzione alle persone. Altrettanto evidente è la tensione morale con cui Nachtwey s’immerge dentro la guerra, la fame, l’annientamento degli esseri umani. Memorabili sono i suoi reportage da El Salvador, Nicaragua, Guatemala, Libano, Gaza, Israele, Indonesia, Thailandia, India, Sri Lanka, Afghanistan, Filippine, Sud Corea, Somalia, Sudan, Ruanda, Sud Africa, Russia, Bosnia, Cecenia, Kossovo, Romania, Brasile, Stati Uniti, Iraq.
L’esposizione di Palazzo Magnani, suddivisa in 14 sezioni, ripercorre interamente l’itinerario di Nachtwey nel cuore delle tenebre dell’umanità negli ultimi vent’anni, comprendendo i lavori più recenti, come le foto scattate a New York l’11 settembre 2001 e le immagini, presentate qui in anteprima mondiale, del Sudan della guerra in Iraq – in cui Nachtwey è stato gravemente ferito da una granata a Bagdad nel dicembre 2003. Inoltre, sarà proiettato il documentario di Christian Frei James Nachtwey, fotografo di guerra, candidato all’Oscar 2002.
Promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo di Fondazione Manodori, CCPL e Bipop-Carire di Reggio Emilia