Incisioni, 1956 – 2007
Attraverso centotrenta opere grafiche si ripercorre tutta la carriera di Margherita Benetti, artista schiva, che ha lavorato in solitudine per cinquant’anni, la cui opera merita, per il valore e la qualità degli esiti, un’attenzione e un interesse ben maggiori di quelli che finora le sono stati riservati.
Il percorso incisorio di Margherita Benetti (Guastalla, 1928), che annovera oltre trecentocinquanta lastre, è, al di là dei motivi figurativi, informali (quando è il segno danzante a ferire la superficie) o astratti, profondamente unitario. “Lo sguardo della Benetti” – scrive Sandro Parmiggiani nel testo in catalogo – “vede la realtà come qualcosa di pietrificato, simulacro di un’estinzione della vita che già ha fatto il suo corso, processo da cui emergono ferite e devastazioni, fratture e deformazioni, il sentimento di una violenza che s’annida nelle cose, un germe di distruzione che inesorabilmente le corrode, il senso di un trauma che mai potrà essere cancellato. Poteva, questo magma, essere espresso meglio che non attraverso l’intervento combinato dei segni manuali dell’artista e dello scavo di un acido che corrode, devasta, cancella una realtà per crearne una, spesso ignota, all’insegna del mistero e dell’inconoscibile? ”
L’esposizione è promossa dalla Provincia di Reggio Emilia e dal Comune di Correggio, con il contributo di Fondazione Manodori e CCPL.
Margherit Benetti. Simulacri di un tempo di pietra. Incisioni, 1956 – 2007
I quaderni di Palazzo Magnani n. 22, 2007