L’antologica dedicata a Vittorio Cavicchioni (Reggio Emilia, 1920-2005) ripercorre la vicenda artistica di uno degli artisti reggiani di maggiore rilievo nel secondo dopoguerra, attraverso 100 opere realizzate tra il 1946 e il 1995.
Cavicchioni s’affaccia sulla scena artistica come scenografo; la sua formazione avviene al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e nel 1946, a Reggio Emilia, nella sua prima mostra, presenta bozzetti e illustrazioni per il teatro. Subito dopo, s’immerge totalmente nella pittura. Partecipa a premi importanti e tiene la prima personale di dipinti nel 1953 alla Galleria Bergamini di Milano; nel 1959 e nel 1965 espone alla Quadriennale di Roma. Le mostre che si susseguono negli anni documentano l’evoluzione dell’artista. Impegnato in campo sociale e politico, Cavicchioni sviluppa dapprima un suo linguaggio neorealista, vicino alle esperienze, tra le altre, del Fronte Nuovo delle Arti, e di Giuseppe Zigaina in particolare. Nella seconda metà degli anni Cinquanta si avvicina all’informale, segnato dalle suggestioni di De Staël e dalle esperienze legate all’Ultimo Naturalismo di Francesco Arcangeli e, a partire dall’inizio del decennio successivo, lavora su temi, in cui la figurazione, non del tutto dissoltasi, viene reinterpretata in chiave astratto-espressionista, con particolare riferimento a De Kooning. Gli anni Settanta segnano l’approdo a un ulteriore e personale approfondimento della visione del corpo femminile, visto come perenne, quasi feticistico, motore del desiderio, utilizzando legni, lamiere e materiali plastici.
L’esposizione, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, col sostegno degli sponsor tradizionali di Palazzo Magnani (Fondazione Pietro Manodori, CCPL, BFMR Dottori Commercialisti, Studio Legale Sutich di Reggio Emilia) e del contributo speciale di Privata Leasing di Reggio Emilia, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, Montana, CONAD.
Vittorio Cavicchioni. La pittura del desiderio
Privata Leasing, 2009