Un dialogo tra 12 artiste italiane e belghe sul legame tra arte e vita. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Magnani e la CENTRALE per l’arte contemporanea di Bruxelles.
La mostra, proposta nel 2018-2019 dalla Fondazione Palazzo Magnani con la curatela di Marina Dacci (La Vita Materiale. Otto stanze, otto storie, Reggio Emilia, Palazzo da Mosto 17 novembre 2018 – 3 marzo 2019), è stata ripensata per CENTRALE, il centro d’arte contemporanea della città di Bruxelles. La direttrice artistica Carine Fol ha infatti affiancato alle otto artiste italiane selezionate dalla Dacci, altre quattro artiste belghe.
Il progetto di collaborazione e scambio tra le due istituzioni è iniziato a maggio 2021 con la presentazione della mostra Universo Dentro di Sophie Whettnall ai Chiostri di San Pietro, nell’ambito di Fotografia Europea.
La Vie matérielle, che prende il nome dall’omonimo libro di Marguerite Duras, esplora e mette in relazione il percorso artistico con l’esperienza personale.
Sia il libro di Duras che le opere in mostra sono definite da un dialogo costante tra la vita quotidiana (di cui il corpo è un elemento cruciale) e la vita interiore, intima, combattuta tra le aspirazioni più profonde e la realtà.
Riutilizzando, ibridando, deviando o decontestualizzando materiali organici e oggetti quotidiani e dando loro una nuova vita che trascende il loro uso abituale, gli artisti in mostra colmano il divario tra le discipline artistiche.
Nonostante i loro approcci e percezioni molto diversi, ciò che Chiara Camoni, Alice Cattaneo, Elena El Asmar, Serena Fineschi, Ludovica Gioscia, Loredana Longo, Claudia Losi e Sabrina Mezzaqui hanno in comune è l’uso di materiali spesso modesti, tradizionalmente associati all’artigianato.
A loro si aggiungono Léa Belooussovitch, Gwendoline Robin, Lieve Van Stappen, Arlette Vermeiren, quattro artiste belghe le cui pratiche artistiche sono vicine a quelle delle loro controparti italiane. Tutte loro cercano un “rifugio” per il “sé” nel mondo, ispirandosi alla rigenerazione di oggetti e materiali a loro cari.
Attraverso narrazioni provocatorie o interrogative, messe in scena fragili o energiche, queste opere molto diverse (assemblaggi, video, disegni, sculture, installazioni) fondono il finito e il non finito, il sapere e il sentire.
La mostra integra ed esplora diversi sensi, in particolare la vista e il tatto, attraverso un percorso che porta lo spettatore all’interno di una sorta di ragnatela emotiva e mentale, sperando che alla fine del viaggio si siano acquisite nuove prospettive su come percepiamo e leggiamo il nostro comune ‘mondo materiale’, e sul legame che l’arte ci permette di creare tra il nostro corpo e il nostro mondo interiore.
- Da mercoledì a domenica: 10.30 - 18.00
- Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio
- Biglietti: 8,00 € / 4,00 € / 2,50 € / 1,25 €