Manolo Valdés. Il perenne retaggio dell’arte

A distanza di quarant’anni, Palazzo Magnani celebra il grande artista spagnolo presentando la sua prima antologica italiana. La mostra raccoglie ventisei dipinti di grandi dimensioni e ventinove sculture, in esposizione a Reggio Emilia e venti disegni e quarantacinque incisioni, nella sezione dedicata alla grafica allestita nel Palazzo dei Principi di Correggio, ripercorrendo così il cammino dell’artista spagnolo dal 1982 ad oggi. Di fronte alle opere di Valdés, si potrebbe utilizzare la definizione di “arte come pretesto”: l’artista rivisita, nei dipinti, immagini della pittura classica o contemporanea, o talvolta tratte dalla vita quotidiana; quelle stesse immagini pittoriche assumono, nelle sculture, una forma plastica, come se Valdés si fosse assunto il compito di traghettare certe immagini dalla bidimensionalità del dipinto alla pluridimensionalità di un corpo che va a occupare lo spazio. In questa sorta di ossessione nello scavare dentro motivi e visioni saldamente insediate nel nostro immaginario, Valdés dimostra la perenne vitalità della pittura e della scultura, ricorrendo a una pluralità di materiali e di tecniche, come quando cuce assieme frammenti di tele di sacco e utilizza colori – ora luminosi ora bituminosi, dalle paste alte o dalle tracce appena percepibili – e modella il legno che rivela, nei blocchi e nelle curvature delle forme che l’artista gli fa assumere, tutta la sua intima struttura. L’apprezzamento internazionale per l’opera di Valdés si è venuto consolidando e estendendo negli ultimi anni: tra le esposizioni a lui dedicate non si può non citare l’antologica presentata dal Museo Guggenheim di Bilbao nell’autunno 2002.

La mostra è promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con il contributo degli sponsor istituzionali, Fondazione Pietro Manodori e CCPL Reggio Emilia.