La mostra – che arriva a Palazzo Magnani in anteprima nazionale dopo le tappe europee di Arles e Bruxelles, indaga un aspetto meno noto della produzione di Walker Evans, ponendo l’accento sulle immagini che ha pubblicato nelle riviste americane di grande diffusione a partire dal 1929.
Nel corso di questa esperienza, Evans sviluppa un metodo e una poetica basati su una stretta connessione e complementarietà tra immagini e testi. A differenza di molti fotografi, infatti, Walker Evans non lavorava per i magazine solo come fotografo, ma seguiva tutto il processo che conduceva alla pubblicazione delle sue immagini. Era lui stesso spesso a scegliere il tema, a scrivere i testi, selezionava le foto e lavorava all’impaginazione. Nel corso di quasi quattro decenni Evans ha utilizzato la pagina della rivista popolare per produrre un “contro-commento” alla società americana e ai suoi valori. Mentre i mass media indugiavano sul culto della celebrità, Evans fotografava anonimi cittadini, creando immagini dirette e frontali delle condizioni del paese, con uno stile austero, di una chiarezza e semplicità prive di ogni forma di idealismo romantico.
In mostra numerose riviste originali, stampe d’epoca, oltre a diversi documenti e materiali che illustrano questo aspetto inedito del lavoro di Walker Evans, pioniere della fotografia moderna, dell’editing, della scrittura e del design grafico.
Immagine: Walker Evans, [Woman Pedestrian, Detroit, for Labor Anonymous, Fortune, Detroit, 1946], Fondation A Stichting collection, Brussels. © Walker Evans Archive, The Metropolitan Museum of Art, New York